Appendice II
Genovesi a Malta nel 1565
A Malta nel 1565 combatterono molti genovesi, sia tra le compagnie di ventura che tra i Cavalieri. A dire il vero un peso importantissimo ebbero i membri dell’Ordine provenienti dai ceti patrizi cittadini toscani (Ridolfi, Soderini, Antinori, Guicciardini) e dalle grandi famiglie feudali Napoletane (Ruffo, Carafa, Capece, Caracciolo, etc.) e Piemontesi (Castellamonte, San Giorgio, Parpaglia, Avogadro, Valperga, Scaglia, Scozia, Orsini di Rivalta), i quali costituirono la grande maggioranza degli Italiani presenti sull’isola; rilevante, tuttavia, fu la presenza di esponenti di famiglie nobiliari di Genova. E genovesi erano ovviamente gli asientisti che giunsero con le galere del Grande Soccorso. Ovviamente è necessario tenere conto del fatto che molti rivieraschi si definivano genovesi all’estero e che quindi l’aggettivo genovese in alcuni casi vada considerato in un’ottica più larga, intendendo con esso “ligure”.
Il primo genovese che si incontra nella narrazione di Balbi è il capitano Girolamo Villavecchia:
“Il Cavaliere francese Pierre de Giou, Capitano
Generale delle Galere, tanto zelante nel servizio della Religione, era in
viaggio da Malta a Messina, quando a Reggio incontrò una nave carica di
frumento. Ne era capitano Girolamo Villavecchia, genovese, il quale di buon
grado acconsentì a venire a Malta. Villavecchia, con i suoi uomini, ha servito,
poi, con onore durante tutto l’assedio.”[1]
L’equipaggio di padron Villavecchia si vide affidare
una posta, conosciuta poi come Posta dei
Genovesi, situata fra quella di Castiglia e il baluardo di Alvernia: per la
sua esposizione fu spesso sotto attacco, ma come ci informa Balbi fu ben difesa
dai suoi occupanti.
Oltre a Villavecchia ed ai suoi marinai c’erano
ovviamente Cavalieri appartenenti alle più nobili famiglie genovesi. Per
individuarle ho utilizzato il volume Le
famiglie nobili genovesi di Angelo Scorza, dove sono elencate tutte le
famiglie ascritte al Patriziato Genovese.
1.
Fra’
Pietro Giustiniani, Luogotenente dell’Ammiraglio Fra’ Pietro del Monte, ferito
a San Michele;
2.
Fra’
Raffaele Salvago, Sergente Maggiore, intrepido e tenace, fece spesso la spola
tra Malta e la Sicilia a rischio della propria vita, consegnando dispacci;
3.
Fra’
Gregorio Adorno (olim Campanaro),
Cavaliere dall’aprile del 1558, si comportò eroicamente - è spesso citato da
Balbi per le sue imprese – e rimase ferito a San Michele;[2]
4.
Fra’
Gerolamo Doria, ferito a Sant’Elmo;
5.
Fra’
Cesare Moneglio (Moneglia ?);
6.
Fra’
Filippo Doria, morto a San Michele il 28 luglio 1565;[3]
7.
Fra’
Tommaso Spinola;
8.
Fra’
Gio. Andrea Magnasco, detto il Capitan Fantone, ferito a San Michele, anch’egli
valorosissimo combattente.[4]
Con il Piccolo
Soccorso sbarcò Fra’ Fabrizio Giustiniani (disperso)[5]
mentre col Gran Soccorso giunsero a
Malta Fra’ Gio. Francesco Cattaneo, Fra’ Niccolò Grimaldi, Fra’ Michele
Lomellini, Fra’ Luigi Vivaldi (potrebbe però essere esponente di omonima
famiglia nobile piemontese), Fra’ Lamberto Grillo, Fra’ Carlo del Carretto (del
ramo marchionale di Dego) e Fra’ David Serra.[6]
Tra gli ufficiali arrivati col Gran
Soccorso un Alessandro Pallavicino (improbabile che appartenesse alla
famiglia marchionale piacentina) è citato come Capitano di Ventura: ai suoi
ordini si ricordano Giulio Pasqua, Galeotto de Ferrari, Ambrogio Pasqua,
Vincenzo Delfino, un certo Gio. Batta genovese;[7]
Gio. Andrea Doria tra i suoi ufficiali, oltre a spagnoli, ha anche dei
Genovesi: Stefano Repetto, Giulio Castagnola e Gerolamo Vivacqua.[8]
Sono citati poi un certo Albenga, genovese,[9]
un Luigi d’Albenga ed un Giovanni Battista Grimaldi ufficiali agli ordini del
Conte Enea Pio di Sassuolo.[10]
Ancora qualche genovese si ritrova fra gli ufficiali. Ancora tra i militari
agli ordini dei nobili napoletani Giovanni e Cesare d’Avalos ci sono Aurelio
Grimaldi, Giulio Centurione e Giulio
Pinelli.[11]
Ancora giunsero a Malta gli asientisti del Re di
Spagna: primo fra tutti il Principe Gio. Andrea Doria (il cui contributo fu
enorme), poi Giorgio Grimaldi, i Centurione, i Lomellini e i de Mari. Anche la
Repubblica partecipò con due galere di Stato.
Certamente quelli citati non sono che la minima
parte dei Genovesi che parteciparono all’assedio ma il mio voleva essere solo
un piccolo contributo che potesse testimoniare la partecipazione di Genova alle
vicende politiche e belliche del tempo.
[1] FRANCESCO BALBI DA CORREGGIO, La verdadera relacion de todo lo que el anno de MDLXV ha succedido en la isla de Malta, de antes quellegasse l’armada sobre ella de Soliman gran turco, nella traduzione italiana pubblicata come Diario dell’Assedio all’isola di Malta, Genova 1995 , p. 59
[2] ELENA CHIAVARI CATTANEO DELLA VOLTA, Adorno-Adornes, Genova 2002, 2° ediz., p. 140
[3] F. BALBI DA CORREGGIO, op. cit., p. 160
[4] F. BALBI DA CORREGGIO, op. cit., pp. 228-233
[5] F. BALBI DA CORREGGIO, op. cit., p. 245
[6] F. BALBI DA CORREGGIO, op. cit., pp. 252-253
[7] F. BALBI DA CORREGGIO, op. cit., p. 256 e 274
[8] F. BALBI DA CORREGGIO, op. cit., p. 275
[9] F. BALBI DA CORREGGIO, op. cit., p. 279
[10] F. BALBI DA CORREGGIO, op. cit., pp. 273-274
[11] F. BALBI DA CORREGGIO, op. cit., pp. 270-271